Mostra in corso :Ciclo Mont'ORO a cura di Guglielmo Gigliotti Simone Cametti e Marina Paris dal 3 al 30 aprile 2014
Mostra in corso :Ciclo Mont'ORO a cura di Guglielmo Gigliotti      Simone Cametti e Marina Paris dal 3 al 30 aprile 2014

Dennis Oppenheim

Tra i più audaci e visionari artisti americani del nostro tempo, Dennis Oppenheim ha impiegato nel proprio quarantennale lavoro tutte le più innovative tecniche espressive: graffiti, pittura gestuale, performance, video, film, fotografia ed istallazioni (abbinate o meno a suoni e voci narranti). Attivo innovatore sin dagli anni ’60, ed inesauribile sperimentatore, pioniere e protagonista sia della body art che della così detta land art, ha utilizzato nelle sue opere i materiali più eterogenei, creando opere per spazi interni, esterni e luoghi pubblici.

 

Elementi meccanici, industriali ed architettonici, fuochi d’artificio, corpi luminosi, oggetti e materiali di uso comune, earthwork ed interventi su porzioni di territorio, il corpo proprio e quello altrui, tutto converge a formare le bizzarre installazioni tridimensionali, dense di senso, che lo hanno reso famoso, talvolta animate da trasognati meccanismi fantastici. Le sue sculture degli anni ’80 materializzano enormi oggetti immaginari, mutanti e distorti, pervasi di visionaria ironia e carichi assieme di violenza e di gioco.

 

Concentrando la propria ricerca artistica sul conflitto dialogante tra arte, elementi oggettuali e sé, Oppenheim mira a raggiungere qualcosa di differente dal mero intervento sull’oggetto. In una recente conversazione con Bill Beckley, l’artista ha così espresso il proprio obiettivo artistico: "Si interviene sull’operazione, non sulla cosa. Quando si interviene sull’operazione si giunge a trovare un modo di separare se stessi dalle cose, e l’intervento è così di natura meno tangibile."

 

Device to Root Out Evil

Montoro12 Contemporary Art presenta una mostra personale dell'artista Dennis Oppenheim, a cura di Ursula Hawlitschka. La mostra, realizzata in collaborazione con Gallerie Orler e con il patrocinio della American University di Roma, è caduto il secondo anniversario della morte dell'artista e tracciato il suo percorso artistico, mostrando una serie di opere dal 1970 al 2010.

 

La mostra consisteva in più di venti opere, dai grandi progetti di opere pubbliche per il metallo e sculture acriliche, a dimostrazione della grande versatilità di un vero genio dell'arte contemporanea. Oppenheim è certamente uno degli artisti più noti della sua generazione, la prima che appare sulla scena artistica internazionale nel 1960 come membro di un gruppo di "Land Art" artisti, che comprende anche Walter de Maria, Robert Smithson e Richard Long. Dalla fine del lavoro di Oppenheim del 1970 concentrata su progetti comuni - ibridi di scultura e architettura - tutti preceduto da una serie di studi di tecnica mista, che costituiscono la maggior parte delle opere che sono state esposte. La mostra prende il titolo da un impianto mostrato per la prima volta alla Biennale di Venezia nel 1997, Device to Root Out Evil, il cui studio è stato esposto nella galleria.

 

Qui di seguito alcune foto dalla mostra:

Alcune opere dalla mostra

Biografia

Nato il 6 settembre 1938 a Electric City (WA), Dennis Oppenheim ha ottenuto il B.F.A. (Bachelor of Fine Arts) presso la School of Arts and Crafts di Oakland, California, nel 1965, e il M.F.A. (Master of Fine Arts) alla Stanford University di Palo Alto, California, nel 1966. Ha vissuto e lavorato a New York dal 1968, e, a partire dal 1985, anche a Springs, East Hampton. È morto a New York il 22 gennaio 2011.

 

È stato insignito di:

- Guggenheim Foundation Fellowship nel 1969

- National Endowment for the Arts Fellowships nel 1974 e nel 1982

- Excellence in Transportation award dello Stato di California nel 2003

- Lifetime Achievement Award presso la Vancouver Sculpture Biennale.

 

Tra i curatori che hanno saputo apprezzare il valore del suo lavoro si ricordano Willoughby Sharp, Alan Parent, Jean-Christophe Ammann, Alanna Heiss, Germano Celant, Richard Townsend, Robert Storr e Lorand Hegyi. Hanno contribuito alla comprensione della sua opera, tra gli altri, gli scrittori Stuart Morgan, Tobey Crockett, Tom McEvilley, Germano Celant, Eleanor Heartney Lisa Le Feurve, e Alberto Fiz.

 

Sue opere sono esposte nei più importanti musei del mondo quali il MOMA, il Metropolitan Museum, la Tate Modern, il Centre Pompidou, il Museo Reina Sofia.

 

Per maggiori informazioni sulla sua opera, oltre la nutrita bibliografia esistente, è opportuno visitare il sito web a lui dedicato.


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